Dopo le recenti vicende di cronaca relative ad alcuni tifosi ultrà che hanno utilizzato l’immagine di Anna Frank per esprimere l’odio razzista all’interno dello stadio, la Figc, ha disposto un minuto di riflessione su tutti i campi di calcio.
Così anche a Pesaro, la partita disputata in casa contro il Monticelli ha avuto inizio con le parole tratte dal Diario di Anna Frank «Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto(…) eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità».
Le parole hanno davvero preso la via del cielo, prima soffermandosi sulle spalle dei tifosi, sui cappucci delle felpe alzate, sui tamburi bianco rossi, lambendo le tribune, spolverando rapide i sedili delle file vuote, per poi essere portate lontano dalla furia del vento che ha divelto i cartelloni disposti nel perimetro del campo.
La partita inizia con i cori a squarciagola, le canzoni della fede che dicono sempre “Pesaro già lo so, sempre con te sarò e mai ti lascerò” e poi anche “i ragazzi hanno bisogno di noi” perché nemmeno quel vento forte possa portarsi via lucidità e coraggio.
Eppure nulla accade, il primo tempo affollato di occasioni per segnare, sembra intontito da folate innumerevoli che spostano il pallone al di fuori delle occasioni.
I bambini sentono la tensione e la scontentezza degli adulti. Allora si arrampicano a gruppetti sulle transenne per essere più vicini al prato. Stanno sulle punte con le spalle sopra le orecchie, attenti ed immobili.
Solo nel secondo tempo si rompe quel senso di sospensione; arriva il gol della Vis ed un boato di esultanza si spalma su tutto il quartiere “Pantano”.
La partita si chiude con la vittoria del 2 ad 1 e finalmente si salta su quei riccioli di vento freddo cha arriva a manciate. Si smontano gli striscioni e ognuno torna alla propria domenica a cui oggi è stato iniettato un pensiero iniziale di serenità.
Raffaella Marini