La scomparsa di Angelo Becchetti lascia un grande vuoto, sia per il valore del tecnico e dell’uomo legato indissolubilmente alla storia della VIS PESARO, che per la passionale partecipazione, vissuta fino al suo ultimo giorno, alle vicende della VIS e della città. Nasce nel 1928, romano de Roma, precisamente di Torpignattara, quartiere di immigrati (la sua famiglia era originaria di Sassoferrato, nelle Marche) e di edilizia popolare, a due passi dal centro, attraversato dall’acquedotto Alessandrino e dalla passione per la A.S. Roma.
Angelo diventa un capo tifoso giallorosso e il suo carattere grintoso e verace lo aiuterà nella sua carriera tanto quanto la competenza e conoscenza della materia. Dopo una breve esperienza come giocatore e allenatore a Casteggio (PV) l’esordio vero in panchina è con la Tevere, per poi passare nelle giovanili della sua Roma. La tappa successiva è a Cosenza. Ed è in un ristorante di questa città, il Jolly, che Sergio Cecchini conosce Angelo e ne è affascinato, quasi sopraffatto dalla sua eloquenza calcistica. Una fascinazione reciproca che si rafforza quando Becchetti viene a visitare Pesaro e se ne innamora.
Da allora manterrà la sua residenza principale nella nostra città. Nasce così un sodalizio affettivo e di passione che mai verrà interrotto nonostante Becchetti , come ogni allenatore, abbia la possibilità di lavorare in altre piazze, e in altre categorie: “Ho allenato diciotto squadre ma nel mio salotto campeggia un solo gagliardetto, quello della VIS PESARO”.
La sua rete di relazioni si amplia sino ai vertici del calcio italiano, le sue amicizie con Italo Allodi e Manlio Scopigno sono solo un esempio. La serie A fu ad un passo, nel 1970 era pronto un contratto con il Verona, ma una operazione alla gola la fece sfumare; da allora la sua caratteristica voce divenne rauca e un po’ afona ma rimase sempre lucidissima, ascoltata e autorevole. Mille sono gli aneddoti, le battute, gli episodi, le esperienze in un mondo che è sempre stato il suo.
Mister Angelo aveva una dote particolare: sapeva instaurare con i suoi giocatori un rapporto leale e autentico, conoscendone i caratteri, cercando per ognuno di loro una ricetta che li facesse rendere al meglio. Ad alcuni il bastone, ad altri la carota, a molti entrambe le cose. Molti, tra i tantissimi che ha avuto, hanno mantenuto un legame con lui, riconoscente e affettuoso, ben oltre gli anni del calcio. Di sicuro non aveva un carattere facile e accomodante nei tempi in cui ruggiva dalla panchina, ma alla fine tutti riconoscevano che era capace di dare l’anima per la sua squadra.
Per tornare alla VIS PESARO, guidò i biancorossi in tre diversi momenti fino ad arrivare alle 199 presenze come allenatore. Quella sola presenza che mancava per la cifra tonda fu un suo cruccio fino alla fine. Diversi dirigenti tentarono di regalargli la duecentesima, sfumata per difficoltà burocratiche, ma idealmente si è andati ben oltre la ratifica di un numero. Allenatore con più presenze in assoluto Becchetti è entrato nella storia vissina e nel cuore dei tifosi da protagonista.
Dopo il ritiro è stato osservatore per il Torino, Napoli ed altre squadre; consigliere, amico e tifoso della VIS per sempre. Ci mancherà il suo amore biancorosso, il suo spessore umano, il suo sogno irrealizzato. Se volessimo riassumere il suo complesso caleidoscopio di uomo diremmo che ha dedicato la sua vita alla famiglia, al calcio e alla vita stessa che ha assaporato con pienezza fino all’ultimo. Grazie mister Angelo.
L.B.